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Tassa di soggiorno 2023: novità e aumenti dell'imposta


24/01/2023 Stefania Spoltore





All’interno della Legge di Bilancio 2023 è stato approvato un nuovo emendamento che consente ai comuni italiani di aumentare la tassa di soggiorno fino a 10 euro. Questa possibilità è rivolta ad alcuni capoluoghi di provincia che rispondono a specifici criteri stabiliti dalla nuova normativa. 


L’imposta di soggiorno, fino a dicembre 2022, veniva versata direttamente alle amministrazioni locali e variava in base alla tipologia di struttura ricettiva: i B&B, ad esempio, versavano una tassa di soggiorno molto bassa (circa 1,50-2 euro), come gli affittacamere o le strutture extra-alberghiere. Gli alberghi di fascia medio-alta, invece, avevano una tassa di soggiorno da versare più alta (fino ad un importo di 5 euro circa). 


A partire da questo nuovo anno, invece, i comuni possono fare riferimento ai dati pubblicati dall’ISTAT per l’aumento della tassa di soggiorno. I dati sono registrati nel triennio precedente, quindi per il periodo di riferimento 2023-2025 i comuni dovranno tenere in considerazioni i dati relativi al triennio 2017-2019. La normativa, infatti, tiene conto delle restrizioni avvenute durante la pandemia e non calcola gli anni del Covid-19.



Come funziona la nuova tassa di soggiorno 2023


La nuova normativa prevede che i comuni possono raddoppiare la tassa di soggiorno fino ad un importo massimo di 10 euro, se nel corso del triennio di riferimento il luogo d’interesse ha registrato un numero di presenze turistiche superiore di volte rispetto al numero di residenti della città. 


Si tratta di un provvedimento che ha sollevato non poche polemiche tra gli operatori di settore e le associazioni di categoria, visto il periodo di ripartenza in cui tutti gli operatori turistici cercano di risollevarsi dopo il drastico periodo della pandemia e nonostante le difficoltà imposte dal caro energia subito proprio alla fine della stagione estiva e in vista di quella invernale.


Ecco un breve esempio: una famiglia di turisti, che comprende 2 adulti e 2 bambini, possono pagare fino a 280 euro di imposta di soggiorno per una vacanza di una settimana. 


Tuttavia, è bene ricordare che non tutti i comuni possono aumentare la tassa di soggiorno, per questo motivo è bene vedere quali sono attualmente le città che rispecchiano i requisiti imposti dall’emendamento e potrebbero già provvedere all’aumento dell’imposta.


Aumento imposta di soggiorno: i comuni ammessi


Abbiamo detto che il provvedimento sulla tassa di soggiorno è rivolta esclusivamente ai capoluoghi di provincia che hanno come requisito principale un aumento di venti volte superiore al numero dei residenti.


Attualmente, i comuni italiani che potrebbero raddoppiare la tassa di soggiorno già a partire da questo 2023 sono 5: Pisa, Firenze, Verbania, Rimini e Venezia. Lo riporta l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), assieme ad una richiesta di estensione di questa possibilità anche per le piccole città che registrano un notevole flusso di turisti in determinati periodi dell’anno, come le città montane o marittime.